Alessio Landi, Armando Guerra, Gianluca Abronzino, Marco SabiaMatteo Scarcella, Simone Sorrentino
Team informale con sede a Milano fondato nel 2021
Project Monolith (TBA)
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Innereffect è un team nato da poco tempo, anche se alcuni di membri in precedenza hanno già collaborato avendo condiviso lo stesso percorso accademico. Allo stato attuale Innereffect conta sei persone: Alessio si occupa del design e della programmazione, Armando è il coder principale, Gianluca veste i panni del game writer, Marco è il 2D artist, Matteo lavora sul 3D e infine c’è Simone con rig e animazione.
Alessio Landi, contattato per questa intervista, ci racconta la nascita del team: “Nel febbraio di quest’anno abbiamo deciso di metter su il team con l’obiettivo di realizzare un
progetto che potesse farci crescere il più possibile, sia dal punto di vista tecnico che da uno puramente umano. Questo progetto ci ha messo davanti nuove sfide, ci ha mostrato i nostri limiti e noi stiamo lavorando il più possibile per riuscire a costruire un team con un’identità precisa che nel tempo possa emergere. Siamo consci del fatto di star rischiando ma non vogliamo in nessun modo fermarci alle prime difficoltà e siamo certi che con un po’ di duro lavoro saremo in grado di mostrare al pubblico i frutti dei nostri sforzi.
Nonostante ci conosciamo tutti fisicamente, siamo dislocati in città diverse e questo, misto al periodo di quarantena che ci ha bloccati, ci ha portato a lavorare quotidianamente da remoto. Visto però che col tempo siamo riusciti a creare una coesione e un metodo efficace, abbiamo deciso di non rompere la nostra routine e di continuare in questa maniera.
Attualmente non siamo una società ma uno dei nostri primi obiettivi è provare a fondarne una che ci dia modo di sperimentare nuovi lavori e nuove idee.
Project Monolith viene presentato dal team come un ‘intimo’ adventure puzzle game in terza persona. In un setting futuristico si seguono i passi di Lorelai, un corriere spaziale che, ossessionata dalla perdita del padre misteriosamente scomparso, non si darà pace fino a quando non riuscirà a scoprirne la causa. Ad un certo punto le arriverà un segnale da un pianeta disabitato e partirà per un viaggio che la metterà a confronto con le sue paure, con difficoltà sempre maggiori ma soprattutto con sé stessa. Lorelai dovrà imparare a conoscersi e ad aprirsi ad un mondo che aveva sempre rifiutato, fin da bambina. Dovrà imparare a mettere da parte la sua spessa corazza di apatia per entrare in contatto con emozioni che fino a quel momento non le erano mai appartenute. Durante questo viaggio incontrerà anime, ricordi ed emozioni prigioniere di un’entità misteriosa che va al di là della sua conoscenza.
Il team lo definisce un progetto ‘intimo’ perché il core del progetto è basato sulla capacità di aprirsi ed abbandonarsi all’altro. Lorelai si mostrerà fin da subito chiusa in sé stessa e le avversità le mostreranno come aprirsi al mondo entrando, metaforicamente e non, all’interno della vita di altre persone o entità. Questo le permetterà di crescere e affrontare i propri demoni.
Il giocatore avrà il compito di seguire e capire Lorelai attraverso il suo vissuto e i suoi ricordi che accompagneranno la narrativa per gran parte del progetto.
Precedentemente a Monolith, tra progetti personali e conclusione dei reciproci percorsi di studio e lavoro il team non è mai stato con le mani in mano. Tra questi progetti personali, quasi lo stesso gruppo di persone era a lavoro su un altro prodotto che però non ha visto la luce.
Al termine di quell’esperienza la delusione era tanta, ma lo era anche la voglia di riscatto, così è stata ripescata una vecchia idea, appunto Monolith.
Inizialmente era pensata come qualcosa di più piccolo e umile, ma nel tempo si sono sviluppate idee sempre più interessanti che hanno reso il progetto e il team di Innereffect
quello che è ora.
Un iniziale confronto è nato tra dicembre e gennaio. Il team si è preso del tempo per sviluppare il comparto narrativo incluse le soluzioni da adottare in modo che il gioco, nonostante i limiti tecnici, potesse emozionare e interessare il pubblico tanto quanto ha fatto con noi. Stabilite le linee guida e gli eventi abbiamo iniziato la vera e propria pre-produzione, fase in cui tutt’oggi ci troviamo.
Il lavoro sta andando avanti più lento del previsto e in questo l’esperienza ha giocato un ruolo importante. Il team sta cercando di chiudere gli ultimi dubbi sul comparto grafico e sta testando frammenti di gameplay. Il lato positivo è che i membri del team stanno imparando tantissimo e pian piano stanno arrivando tutte le soddisfazioni, di certo la strada è ancora lunga e che le difficoltà sono dietro l’angolo, ma pensiamo di avere la caparbietà necessaria per riuscire a superarle.
Monolith è stato pensato in questa maniera soprattutto perché fare progetti con una forte enfasi sulla narrazione rientra negli obiettivi del gruppo. Il motivo per cui si è imbastito prima il comparto narrativo è che il team crede fortemente di poter raccontare storie personali, intime e quotidiane anche quando sono immerse in un mondo lontano e a tratti sconosciuto, dove le dinamiche che viviamo tutti i giorni non sono così scontate.
Dal punto di vista tecnico inoltre ci sentiamo sicuri ad affrontare un genere che conosciamo, cercando ove possibile di aggiungere del nostro.
Alessio ci racconta le caratteristiche principali del team: “Il nome Innereffect è figlio proprio del nostro modus operandi. Cerchiamo di far scaturire delle emozioni che vengano da dentro, cosa che in primis facciamo tra di noi. Possiamo dire la comunicazione è la chiave di ciò che puntiamo a fare, sia con Monolith che più in generale come Innereffect. Abbiamo intenzione di comunicare qualcosa al giocatore, cerchiamo di far nascere nuove sensazioni, nuove idee che portino ad una crescita o quantomeno ad un pensiero diverso dal proprio.
Perché Lorelai ragiona in questo modo? Cosa la spinge a fare ciò? Se io fossi Lorelai come mi comporterei davanti a questa situazione?
Sono queste le domande che puntiamo a far fare al nostro pubblico, così che possa empatizzare con il personaggio e creare con lei un rapporto che vada oltre la semplice
esperienza videoludica.
Tra di noi per esempio cerchiamo di comunicare il più possibile e nella maniera più chiara, cercando di dare feedback, consigli e critiche che siano utili al resto del gruppo. Rispettiamo il lavoro di ogni membro del team, ma rispettiamo ancor di più chi voglia darci consigli o idee su come migliorare il nostro lavoro e il nostro prodotto.
Se dovessimo scegliere la caratteristica unica del nostro gruppo sarebbe sicuramente la
resistenza. Durante un periodo difficile come quello della pandemia e dopo cocenti delusioni professionali, non ci siamo buttati giù, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo creato Monolith, un progetto che per noi significa intraprendere un nuovo percorso senza dimenticarci da dove veniamo.“
Alessio racconta anche come le esperienze passate hanno formato il team: “Come già detto in precedenza molti di noi hanno condiviso lo stesso percorso accademico e attraverso altri lavori abbiamo conosciuto la restante parte. Al momento il nostro obiettivo è quello di distribuire un prologo giocabile nel minor tempo possibile alla nostra massima qualità, che avrà il compito di mostrare un po’ tutte le dinamiche presenti nel gioco. Dopo di ciò avremo qualcosa di potenzialmente interessante e consideriamo la possibilità di bussare alla porta di qualche publisher e non escludiamo qualche campagna di crowdfunding. Allo stesso tempo ci impegniamo a rimanere con i piedi per terra. Riuscire a destare interesse con titoli del genere è molto complicato ma siamo sicuri che dando tutto quello che abbiamo saremo in grado di farlo. Siamo convinti che facendo affidamento alle nostre forze Monolith riuscirà a vedere la luce a ad interessare.”
Ma c’è anche spazio per il futuro del team: “Abbiamo intenzione di metterci in gioco in questo settore e il nostro obiettivo è la ‘semplice’ crescita professionale e personale. Vogliamo lavorare in questo settore e tutto quello che abbiamo da fare è abbassare la testa e studiare, produrre e scontrarci con i vari problemi che si presenteranno davanti a noi. Solamente così potremo pensare un giorno di crescere e di poter rilasciare nuovi progetti sempre più interessanti e curati nei dettagli.
In più ci hanno fatto notare che la caffeina potrebbe aiutarci a farlo ancora più velocemente, alcuni di noi stanno già sperimentando questa soluzione mentre gli altri stanno osservando l’ipotetico decadimento fisico e mentale dei loro compagni.”